Ho letto diversi libri di
questa autrice, anzi di questa scrittrice. Perché della scrittrice vera ha lo
stile personalissimo di scrittura, sensibilità e capacità, in certi passaggi,
uniche nel descrivere dal dentro i personaggi. Non posso nemmeno dire che sia
una scrittrice solo al femminile, anche se le donne sono spesso il personaggio
chiave della storia, perché gli uomini, i maschi appaiono con le loro debolezze
ma anche con la fragilità e le paure di tanti esseri umani, tanto da creare una
straordinaria empatia. Fughe e ritorni, inganno e verità, anzi false verità,
sono la traccia su cui si muovono i personaggi alla ricerca di un qualcosa che
a volte sarebbe meglio non sapere. Ma la vita è proprio questa continua ricerca
di qualcosa che, a ogni età, risponda ai nostri desideri più nascosti. Definirei
quindi Laura Vignali scrittrice a tutto tondo che davvero merita di essere
letta e conosciuta anche al di fuori di un ambito esclusivamente regionale, se
non nazionale. Nei suoi libri c’è tanto:
personaggi come Orso e Ninà, che entrano nell’anima col loro amore fuori da
ogni canone di età, luogo, condizione sociale. O come Valeria e il suo
rifugiarsi in una speranza che , se è consolatoria sul momento, porterà dolore, ripensamenti ma anche una
vita nuova. Quando poi la scrittrice affronta temi legati al mistero o a
qualche lontano misfatto, aggiunge spesso, magari con una deliziosa citazione
classica di Don Bruno, un tocco di leggerezza che interrompe la tensione. Infine due parole sul paesaggio, senza dubbio
la campagna toscana, e poi Firenze con i suoi viali alberati, i rintocchi dei
campanili e le sue gelide panchine di pietra. E’ questo il paesaggio, la città che
la scrittrice conosce e sente profondamente nel quale i personaggi si muovono e
si stagliano quasi ritagliati come figure dallo sfondo. Non ho ancora letto “Il
supplente” e “L’estate di Mimì” che mi dicono siano bellissimi e per i quali mi
riservo una ulteriore e più precisa recensione. Brava Laura!
Elisabetta Colonnesi
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