lunedì 27 luglio 2015

Vista la sua generosa recensione a "Pensione Tripoli" , chiederò a Flora di regalare all' amico Rafanelli un "buono" comprendente quindici giorni di soggiorno gratuito alla sua pensione, comprensivo di caccia al tesoro, Grazie, Cristiano!



UN TESORO DI PENSIONE
di Cristiano Rafanelli


Ho soggiornato per qualche tempo alla Pensione Tripoli di Viareggio, gestita dalla pittoresca signora Flora, sempre alle prese con troppi chili e molti creditori. Ho conosciuto Clara, la sorella, madre superiora molto sui generis del vicino Istituto Suore Mantellate. Ho accarezzato Sibilla, la vecchia cagnolina con spiccate doti medianiche. Ho incontrato Jago Antonio Miranda, enigmatico straniero decisamente somigliante a Rupert Everett…
No. Non ho mai alloggiato alla Pensione Tripoli, ma è come se lo avessi fatto. Mi ci ha accompagnato Laura Vignali, nel suo intrigante romanzo Pensione Tripoli, appunto.
E, man mano che leggevo, le parole prendevano corpo e i personaggi uscivano dalle pagine diventando persone.
Ecco, è questa una cifra ricorrente di Laura Vignali: i personaggi che crea non rimangono sul foglio, ma dialogano con il lettore; le atmosfere che descrive non sono solo parole, ma ti coinvolgono e ti fanno vivere in prima persona quegli eventi.
Così anch’io ho condiviso le vicende personali e umane di Giovanna, ex-moglie tuttora partecipe della tumultuosa nuova vita sentimentale del “fedigrafo” marito Fofò.
Io stesso ho partecipato alle segrete esplorazioni notturne – via via sempre meno segrete – alla ricerca di un misterioso tesoro.
E anch’io sono rimasto a contemplare il ritratto di Gabriele D’Annunzio, che diffondeva nella sala da pranzo tutto il fascino e il carisma di un Vate che si rispetti.
Anch’io, insomma, sono stato ospite della Pensione Tripoli.
Una frequentazione che consiglio vivamente in estate; una lettura fresca e spumeggiante, impreziosita dai riferimenti letterari cui Laura Vignali ci ha abituato: da Shakespeare a Garcia Marquez, da Plauto a, naturalmente, D’Annunzio.

Un modo divertente ed elegante di dimenticare il caldo, allontanare i pensieri, farsi conquistare da una commedia umana che vorresti veramente incontrare nella realtà.