Recensione a “Il delitto vien mangiando” di Cristiano Rafanelli
GLI ASPARAGI E LA MORTALITA’ DEL CORPO
Citare Achille Campanile è
d’obbligo nel commentare il gustoso libro di Laura Vignali Il delitto vien mangiando. Sia perché uno dei racconti si intitola Pennette agli asparagi e… Acqua in bocca!.
Sia, soprattutto, perché nei 14
raccontini che lo compongono – uno per il pranzo e uno per la cena di ogni
giorno – la letteratura e l’umorismo si intersecano con la narrazione, a volte
con citazioni dirette, altre più velate.
In alcuni titoli poesia e teatro
balzano subito in primo piano: Il
professor Rizzo e gli amaretti di Catullo, Melanzane ripiene per Nora Helmer, La farfalla di cristallo (ovvero Guai a citare Neruda!) – forse il
mio preferito – fino all’invito finale “Carpe
diem, zia Olga!”.
In altri, come Lo scrittore invidioso e il cosciotto
vendicatore, il Cosciotto d’agnello
di Roald Dahl si affaccia subito nella nostra mente.
E tutti i racconti sono
sapientemente bilanciati fra noir, a
volte quasi granguignolesco, e
atmosfere popolari e di provincia. Basti pensare agli improbabili titoli dei
gialli in Lo scrittore invidioso: Terrore e morte a Villa di Saturnana, Sangue a Piteccio, Serial killer a Valdibrana e via discorrendo.
In queste ambientazioni
bonario/truculente l’omicida non compie un delitto, ma un castigo (grazie,
Fiodor!), perché i veri delinquenti sono le vittime che, rei di aver rovinato
esistenze o rubato amori, vengono opportunamente giustiziate.
Un discorso a parte meritano le
ricette, una per ogni racconto. Sono sicuramente da provare, con una
avvertenza, però: preparatele voi stessi, con le vostre mani, non assaggiatele
se vi capita di essere ospiti di Laura Vignali.
Potrebbe essere la vostra Ultima
Cena!