Un romanzo “denso e delicato”.
Denso”
perché sono molte le tematiche affrontate: le stagioni della vita e in
particolare la terza età, la violenza sulle donne, il viaggio...
“Delicato”
perché tratta questi temi in modo lieve e con la solita ironia dell’autrice.
I
personaggi sono delineati con sapiente analisi psicologica, in primis Giorgio,
dalla gioventù all’età della pensione. Lo studente, futuro medico, secchione e
un po’ imbranato, il medico in pensione in viaggio a Budapest, per chiudere il
cerchio con il suo passato.
E
poi c’è Oscar l’amico, suo coetaneo ma completamente diverso, pieno di vita e
di iniziativa, capace di vivere alla giornata per cogliere i piaceri che la
vita può ancora riservargli. L’ancora di salvezza per Giorgio che senza di lui
chissà come avrebbe potuto cavarsela in una città straniera e sconosciuta.
Il
personaggio femminile di Marina è per Giorgio come un sogno, un mito nella sua
immaginazione. Marina con la sua fulva chioma e la sua bellezza, trasgressiva,
apparentemente spavalda e sicura di sé, ma in realtà fragile e disincantata.
Marina che non prova nemmeno a sfuggire al suo destino, a quel Marcello
pazzamente innamorato di lei, ma psicologicamente disturbato, geloso,
aggressivo e pericoloso.
Con
delicatezza e ironia la narrazione ci coinvolge in vicende anche tragiche, in
un alternarsi fra passato e presente. E il finale, anch’esso delicato e un po’
struggente, con la storia lasciata in sospeso, induce sicuramente il lettore a
molte riflessioni.
Insomma
una lettura piacevole e divertente, ma mai banale.
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