INTERVISTA IMMAGINARIA A FRANCESCO PETRARCA
INTERVISTATORE: Ci troviamo ad Avignone, nella mistica cornice del chiostro della chiesa
nella quale il nostro poeta incontrò per la prima volta l’amore della sua vita.
Mi riferisco a Francesco Petrarca, che ha cortesemente accettato di rispondere
alle nostre domande in questo luogo a lui particolarmente caro.
Signor Petrarca, innanzitutto la ringrazio
per averci concesso questa intervista.
PETRARCA: Grazie
a te, giovane studente che desideri conoscere la mia opera e che dimostri tanto
interesse per la donna che ha ispirato i versi immortali del mio” Canzoniere”.
INTERVISTATORE: Signor Petrarca, lei che è stato un grande poeta, un ammiratore dei classici
e un illustre intellettuale, famoso in tutte le corti, come spiega il suo
tormento interiore e la sua passione inappagata per Madonna Laura?
PETRARCA:
Vedi giovanotto, è vero che io ho amato la gloria, tanto da meritare
l’incoronazione poetica nel 1341 a Roma dopo essere stato esaminato niente meno
da Roberto D’Angiò, ma sono sempre stato consapevole che tutto ciò che è umano
è destinato a finire.
Molti critici hanno sostenuto la teoria de
“l’eterno dissidio” tra cielo e terra e non hanno avuto torto perché ho passato
tutta la vita a tormentarmi con i sensi di colpa.
Se hai letto il “Secretum”, capirai a che
cosa intendo alludere. Tu hai letto il “Secretum”, vero?
INTERVISTATORE: Beh sì … so di cosa parla perché la prof ci ha fatto leggere il
riassunto sul libro di testo.
PETRARCA: Mmh…
non basta leggere il riassunto; ti consiglio un’analisi attenta di questa mia
opera e possibilmente nella versione originale latina perché il dialogo tra
Francesco e Agostino (alla muta presenza della Verità) rappresenta uno spietato
esame di coscienza nel quale esprimo rincrescimento per i miei molti errori.
INTERVISTATORE: Ah, molto interessante, Signor Petrarca! E che cosa si rimprovera in
questo “Secretum”?
PETRARCA: Eh
caro mio… Innanzitutto mi dichiaro
peccatore: la mia debole volontà non mi ha permesso di decidere una volta per
tutte di dedicarmi completamente a Dio e poi l’amore per Laura e il desiderio
della gloria mi hanno sempre distolto da pensieri più alti.
Se tu vai a leggere il sonetto iniziale
del “Canzoniere” capirai quello che voglio dire quando scrivo” quanto piace al
mondo è breve sogno”.
INTERVISTATORE: Ci spieghi meglio, per favore.
PETRARCA: In
questi versi mi rivolgo ai lettori e chiedo perdono non solo per il mio stile
vario, ma anche per i cambiamenti del mio stato d’animo. Consapevole dei miei
errori giovanili, mi pento amaramente e affermo la vanità di tutte le ambizioni
terrene.
INTERVISTATORE: Sì, d’accordo. Lei dice di volersi pentire ma deve ammettere anche che
l’amore per Laura non lo abbandona mai
per tutta la vita.
PETRARCA: Eh,
tu sei giovane ma mi puoi capire. Laura era una donna speciale: era “uno spirto
celeste” e “un vivo sole”. Tu non puoi immaginare il sentimento che provavo per
lei, quando teneva “i capei d’oro a l’aura sparsi” o quando si bagnava “nelle
chiare, fresche e dolci acque”, tutta ricoperta di fiori.
INTERVISTATORE: Confessi, Signor Petrarca, che la donna che cantava con versi così dolci
non era esattamente la donna angelo degli Stilnovisti.
PETRARCA:
Sì, dici bene giovanotto. Laura aveva le sembianze della donna- angelo ma io
l’ho amata di un amore sensuale che mi ha impedito di rivolgere i miei pensieri
solo a Dio.
Confesso che, anche se la bellezza di
Laura è stata aggredita dal tempo e alla fine lei è morta di peste, io non ho
mai smesso di amarla perché, come dico in un famoso sonetto del “Canzoniere”,
“piagha per allentar d’arco non sana”.
INTERVISTATORE: Capisco capisco … mi permetta un’ultima domanda un po’ impertinente.
Non vorrei essere indiscreto ma, visto che
Laura non ha mai corrisposto il suo amore, ora che finalmente siete insieme
nell’Aldilà, che atteggiamento ha l’anima di questa signora nei suoi confronti?
PETRARCA:
Ah, ah, ah, la tua domanda è veramente maliziosa ma ti risponderò volentieri. In
effetti, quando era in vita, madonna Laura non si degnava nemmeno di salutarmi
mentre ora che ci ritroviamo insieme in Paradiso non mi lascia in pace un
momento: non fa altro che ringraziarmi per averla resa immortale con i miei
versi e insiste per avere un blog tutto suo tra le nuvole. Figurati che si è
messa in testa di diventare una famosa influencer e tormenta tutte le anime che
incontra mettendo in mostra ora le “trecce bionde”ora “l’angelico seno” e asciugandosi gli occhi “col bel velo”. E poi i
critici dicono che il vanitoso sono io!!
INTERVISTATORE: Coraggio Signor Petrarca, si consoli pensando che ormai tutti e due
siete immortali.
PETRARCA: Eh
si, caro giovanotto, è proprio questo il problema.
INTERVISTATORE: A questo punto la saluto e la ringrazio per essere stato così cortese
e disponibile.
PETRARCA: Grazie
a te e alla prossima. Ah, dimenticavo … c' è qui il mio amico Giovanni Boccaccio che
si offre per un’intervista. Anche lui ha una gran voglia di dire la sua e, se
gli concedete dieci puntate (una al giorno) vi racconterà la bellezza di cento novelle.
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