Carissima Laura,
ho avuto il piacere di bermi il tuo nuovo noir e devo dire che, via via che vai avanti, continui a superarti.
Mi piace questo stile narrativo che tiene il lettore sulle spine, un po’ come i libri di Stephen King o gli spettacoli teatrali di Marco Paolini di 3 ore e mezzo: o lo vedi tutti d’un fiato, o non conviene nemmeno iniziare!
Questo è uno solo dei pregi che ho trovato. Poi c'è la tua Pistoia: gli intarsi sui luoghi, le persone e i modi di dire ci introducono in una città che, per noi forestieri, sembra all’apparenza “ordinaria". Chissà che il romanzo non sia anche un primo capitolo ai misteri pistoiesi (che sicuramente saprai dove andare a scovare!). L’aspetto narrativo del flashback è molto d’effetto, come l’ambientazione nel ’69 - mio anno di nascita - di cui ne ricordo ancora molto bene gli echi. Il lieto fine ci sta proprio bene, giusto per confutare (o confermare) il detto secondo il quale: per i bischeri c’è un paradiso a parte. Se proprio proprio… avrei enfatizzato ancor di più la suspence sulla soffitta e i suoi misteri. Ma è solo un dettaglio insignificante e personale che nulla toglie alla tua opera.
Con un grande affetto e ammirazione.
Roberto Calamai
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