venerdì 20 novembre 2015

giovedì 24 settembre 2015

Un'altra gradita (nonché assai benevola) recensione di Cristiano Rafanelli a "Sette storie nel cassetto". Grazie e ancora grazie.

MEMORIE DI ADRIANA

Marguerite Yourcenar ci perdonerà se parafrasiamo il titolo del suo celebre romanzo per introdurre il commento all’ultimo libro di Laura Vignali, Sette storie nel cassetto.
Ad aprire questi sette scrigni della memoria è infatti Adriana, la protagonista, che ci avverte subito fin dal prologo di essere ossessionata dall’armonia esteriore degli oggetti e degli ambienti, ma che, con il contenuto di questi cassetti, sembra voler mettere ordine anche nella propria mente, risvegliando un passato che si rivela quanto mai presente.
Ogni cassetto contiene oggetti e spunti che rimandano al passato della protagonista, rivissuto insieme ai compagni, amici e conoscenti di allora.
In questo suo lavoro Laura introduce un registro per lei non consueto: quello dell’elegia.
E’ infatti con una certa malinconica dolcezza che ripensa a tante figure di quegli anni: il secchione Piergiovanni; i musicisti rivali Tony e Ricky; Eugenio, che di Montale aveva solo il nome, ma che lo emula nella raccolta di liriche dall’improbabile titolo Gusci di cozza; la bistrattata Celeste, col suo candore inconsapevole; Orso e Nina, dignitosi vagabondi; Annetta e Guido, protagonisti di una guerra coniugale senza quartiere; e, infine, una ignota lettrice, dal sapore particolarmente autobiografico.
Laura Vignali ama i suoi personaggi, queste figure che fa emergere dalle nebbie del passato per restituire loro un po’ di sole.
In particolare, l’autrice sembra riservare un occhio benevolo ai due coniugi de La Guerra dei Renzis. Il tragico epilogo viene visto come una sorta di pietoso riscatto per questa coppia: “Anche se erano come il Diavolo e la Croce, questi due in fondo si volevano bene.”
Interessante la tecnica narrativa.
Ogni racconto ha una struttura circolare: inizia con l’introduzione di Adriana, prosegue con le vicende esposte da ogni personaggio secondo la sua visione degli eventi, termina con il commento finale di Adriana, vero e proprio io-narrante onnisciente.
E, anche con questa scelta di stile, Laura/Adriana sembra voler abbracciare i suoi personaggi, avvolgerli in una morbida trama, quasi una calda lana che li protegga dai brividi di esistenze tutt’altro che facili e dia loro la dignità di una nuova, migliore vita.

L’autrice, che ha aperto i suoi cassetti, pare invitarci ad aprire i nostri: chissà cosa ci troveremo.

domenica 13 settembre 2015

E' vero che ho degli amici molto generosi: dopo Sozzi & Parigi, ecco ancora una recensione di Cristiano Rafanelli. Un grazie di cuore anche a lui.

UNA STORIA FRA PROUST E  JOYCE

Questo romanzo Una storia fiorentina, di Laura Vignali, ha un difetto, anzi due: è scritto troppo bene e la storia è troppo avvincente.
Risultato? Da un certo punto in poi lo si divora letteralmente!
Le pagine sembrano sfogliarsi da sole, le tue mani non possono farci niente.
Sei ansioso di sapere cos’è successo a Michele, scomparso venti anni fa.
Sei curioso di vedere se fra Valeria e Franz divamperà alfine una vecchia fiamma mai del tutto sopita.
Sei consapevole di essere prigioniero di questa vicenda, che non ti lascerà libero finché non sarai arrivato all’ultima pagina.
Ecco il difetto: il piacere dura troppo poco. Non perché il libro sia breve, ma perché lo leggi tutto d’un fiato.
Difetto? Fossero tutti così, i libri.
Questa Storia, poi, ti prende, anche perché raccontata, come è solito della Vignali, con notevole sapienza letteraria.
Gli avvenimenti si dipanano infatti fra presente e passsato, con quelli che sembrerebbero semplici flash-back. Ma sono qualcosa di più complesso. E’ la tecnica del flusso di coscienza, lo stream of consciousness tanto caro a Joyce e a Proust. Il passato torna, ma non solo con i fatti, bensì con il coinvolgimento emotivo e psicologico di chi lo rivive.
Senz voler niente togliere alle precedenti opere di laura Vignali, questo mi sembra un deciso salto di qualità.
E l’unica domanda che abbiamo per Laura è: a quando il prossimo?

Ma già lo sappiamo: perché  SETTE STORIE  ci attendono invitanti NEL CASSETTO.

mercoledì 12 agosto 2015

E' in libreria!


lunedì 27 luglio 2015

Vista la sua generosa recensione a "Pensione Tripoli" , chiederò a Flora di regalare all' amico Rafanelli un "buono" comprendente quindici giorni di soggiorno gratuito alla sua pensione, comprensivo di caccia al tesoro, Grazie, Cristiano!



UN TESORO DI PENSIONE
di Cristiano Rafanelli


Ho soggiornato per qualche tempo alla Pensione Tripoli di Viareggio, gestita dalla pittoresca signora Flora, sempre alle prese con troppi chili e molti creditori. Ho conosciuto Clara, la sorella, madre superiora molto sui generis del vicino Istituto Suore Mantellate. Ho accarezzato Sibilla, la vecchia cagnolina con spiccate doti medianiche. Ho incontrato Jago Antonio Miranda, enigmatico straniero decisamente somigliante a Rupert Everett…
No. Non ho mai alloggiato alla Pensione Tripoli, ma è come se lo avessi fatto. Mi ci ha accompagnato Laura Vignali, nel suo intrigante romanzo Pensione Tripoli, appunto.
E, man mano che leggevo, le parole prendevano corpo e i personaggi uscivano dalle pagine diventando persone.
Ecco, è questa una cifra ricorrente di Laura Vignali: i personaggi che crea non rimangono sul foglio, ma dialogano con il lettore; le atmosfere che descrive non sono solo parole, ma ti coinvolgono e ti fanno vivere in prima persona quegli eventi.
Così anch’io ho condiviso le vicende personali e umane di Giovanna, ex-moglie tuttora partecipe della tumultuosa nuova vita sentimentale del “fedigrafo” marito Fofò.
Io stesso ho partecipato alle segrete esplorazioni notturne – via via sempre meno segrete – alla ricerca di un misterioso tesoro.
E anch’io sono rimasto a contemplare il ritratto di Gabriele D’Annunzio, che diffondeva nella sala da pranzo tutto il fascino e il carisma di un Vate che si rispetti.
Anch’io, insomma, sono stato ospite della Pensione Tripoli.
Una frequentazione che consiglio vivamente in estate; una lettura fresca e spumeggiante, impreziosita dai riferimenti letterari cui Laura Vignali ci ha abituato: da Shakespeare a Garcia Marquez, da Plauto a, naturalmente, D’Annunzio.

Un modo divertente ed elegante di dimenticare il caldo, allontanare i pensieri, farsi conquistare da una commedia umana che vorresti veramente incontrare nella realtà.

martedì 7 luglio 2015

La recensione del prof. Cristiano Rafanelli a "Il delitto vien mangiando"

Recensione a “Il delitto vien mangiando” di Cristiano Rafanelli

GLI ASPARAGI E LA MORTALITA’ DEL CORPO


Citare Achille Campanile è d’obbligo nel commentare il gustoso libro di Laura Vignali Il delitto vien mangiando. Sia perché uno dei racconti si intitola Pennette agli asparagi e… Acqua in bocca!.
Sia, soprattutto, perché nei 14 raccontini che lo compongono – uno per il pranzo e uno per la cena di ogni giorno – la letteratura e l’umorismo si intersecano con la narrazione, a volte con citazioni dirette, altre più velate.
In alcuni titoli poesia e teatro balzano subito in primo piano: Il professor Rizzo e gli amaretti di Catullo, Melanzane ripiene per Nora Helmer, La farfalla di cristallo (ovvero Guai a citare Neruda!) – forse il mio preferito – fino all’invito finale “Carpe diem, zia Olga!”.
In altri, come Lo scrittore invidioso e il cosciotto vendicatore, il Cosciotto d’agnello di Roald Dahl si affaccia subito nella nostra mente.
E tutti i racconti sono sapientemente bilanciati fra noir, a volte quasi granguignolesco, e atmosfere popolari e di provincia. Basti pensare agli improbabili titoli dei gialli in Lo scrittore invidioso: Terrore e morte a Villa di Saturnana, Sangue a Piteccio, Serial killer a Valdibrana e via discorrendo.
In queste ambientazioni bonario/truculente l’omicida non compie un delitto, ma un castigo (grazie, Fiodor!), perché i veri delinquenti sono le vittime che, rei di aver rovinato esistenze o rubato amori, vengono opportunamente giustiziate.
Un discorso a parte meritano le ricette, una per ogni racconto. Sono sicuramente da provare, con una avvertenza, però: preparatele voi stessi, con le vostre mani, non assaggiatele se vi capita di essere ospiti di Laura Vignali.
Potrebbe essere la vostra Ultima Cena!


venerdì 12 giugno 2015

lunedì 9 febbraio 2015


mercoledì 28 gennaio 2015

lunedì 12 gennaio 2015