MEMORIE DI
ADRIANA
Ad aprire questi sette scrigni
della memoria è infatti Adriana, la protagonista, che ci avverte subito fin dal
prologo di essere ossessionata dall’armonia esteriore degli oggetti e degli
ambienti, ma che, con il contenuto di questi cassetti, sembra voler mettere
ordine anche nella propria mente, risvegliando un passato che si rivela quanto
mai presente.
Ogni cassetto contiene oggetti e
spunti che rimandano al passato della protagonista, rivissuto insieme ai
compagni, amici e conoscenti di allora.
In questo suo lavoro Laura
introduce un registro per lei non consueto: quello dell’elegia.
E’ infatti con una certa
malinconica dolcezza che ripensa a tante figure di quegli anni: il secchione
Piergiovanni; i musicisti rivali Tony e Ricky; Eugenio, che di Montale aveva
solo il nome, ma che lo emula nella raccolta di liriche dall’improbabile titolo
Gusci di cozza; la bistrattata
Celeste, col suo candore inconsapevole;
Orso e Nina, dignitosi vagabondi;
Annetta e Guido, protagonisti di una guerra coniugale senza quartiere; e,
infine, una ignota lettrice, dal
sapore particolarmente autobiografico.
Laura Vignali ama i suoi
personaggi, queste figure che fa emergere dalle nebbie del passato per
restituire loro un po’ di sole.
In particolare, l’autrice sembra
riservare un occhio benevolo ai due coniugi de La Guerra dei Renzis. Il tragico epilogo viene visto come una sorta
di pietoso riscatto per questa coppia: “Anche se erano come il Diavolo e la
Croce, questi due in fondo si volevano bene.”
Interessante la tecnica
narrativa.
Ogni racconto ha una struttura
circolare: inizia con l’introduzione di Adriana, prosegue con le vicende
esposte da ogni personaggio secondo la sua visione degli eventi, termina con il
commento finale di Adriana, vero e proprio io-narrante onnisciente.
E, anche con questa scelta di
stile, Laura/Adriana sembra voler abbracciare i suoi personaggi, avvolgerli in
una morbida trama, quasi una calda lana che li protegga dai brividi di
esistenze tutt’altro che facili e dia loro la dignità di una nuova, migliore
vita.
L’autrice, che ha aperto i suoi
cassetti, pare invitarci ad aprire i nostri: chissà cosa ci troveremo.